Le Marche: regione al plurale, per una pluralità di ragioni

Il nostro è un variegato patrimonio naturalistico, composto da un susseguirsi di paesaggi montuosi e sinuose colline, fino alle coste che abbracciano l’Adriatico; è disseminato di borghi, incantevoli scrigni di storia, artigianato e gastronomia. Non è un caso che il giornalista e scrittore Guido Piovene, nella sua celeberrima guida letteraria del Bel Paese “Viaggio in Italia”, narri della terra marchigiana come sintesi di tutti i paesaggi italiani.
Una terra che seduce con la sua qualità della vita, l’accoglienza discreta, le ricchezze, e che insieme a grandi tradizioni gastronomiche, è pronta mostrare tutto il potenziale dei prodotti e delle specialità made in Marche.

I prodotti della terra marchigiana, in particolare olio e vino, sono da sempre reputati eccellenze del territorio italiano, tanto che i relativamente nuovi concetti di Enoturismo e Oleoturismo sono oggi considerati delle reali leve strategiche che, integrando il settore agroalimentare al sistema di accoglienza turistica, offrono esperienze uniche, basate sulla conoscenza e sulla condivisione di una ritualità che scandisce il tempo della vita rurale marchigiana.
Le Marche sono vero e proprio teatro della passione e dell’impegno dei produttori locali di tali prodotti, vantano la produzione di cospicue varietà di olio extravergine d’oliva e il prosperare della coltura della vite, attività che in questa terra hanno un’origine millenaria, circa dal VIII secolo a. C., con le prime tribù piceno-sannitiche insediatesi in loco.
Sul territorio marchigiano è l’ulivo l’elemento inconfondibile del paesaggio, albero più diffuso, e mi vien da dire anche simbolo della laboriosità dei marchigiani, perché testimone di una storia antichissima, fatta di signori feudali, di papi, di abbazie e di monaci che hanno insegnato ai contadini a onorare e utilizzare i nobili frutti di questa pianta.

Analogamente, il tessuto viticolo si estende per circa 20 mila ettari, che si caratterizzano per l’abbondanza di varietà di viti e per la presenza di ceppi centenari in molti vigneti. Oggi il panorama ampelografico regionale marchigiano annovera, tra vecchie iscrizioni e nuove introduzioni, oltre 200 varietà di vitigni, tuttavia quello più rappresentativo della regione è il verdicchio, ma troviamo anche altri vini banchi quali Passerina, Pecorino, Malvasia o rossi come la Lacrima di Morro d’Alba, il Montepulciano, il Sangiovese, e la Vernaccia, per elencarne alcuni.
Dal momento che praticamente ogni itinerario che s’inerpica sulle colline incontra inevitabilmente l’extravergine o il vino come viatico, stiamo assistendo al progressivo sviluppo di un turismo legato alla diffusione della cultura del bere bene e del mangiare sano, volano per il nostro territorio e grande ricchezza: anno dopo anno pilota sul territorio marchigiano nuovi avventori, appassionati di vino e di cibo, ma anche dotati di grande curiosità verso le Marche e tutte le loro sfaccettature, da quella enogastronomica a quella culturale e storica.

A dare impulso alla riqualificazione dell’offerta turistica legata al mondo dell’enogastronomia marchigiana, c’è sicuramente una grande coscienza gastronomica, affiancata da una lunga tradizione di festeggiamenti popolari dei prodotti della terra, come le sagre e le fiere. Nelle Marche sappiamo da generazioni che la vita di campagna o quella nella cantina non si traducono solo nel prodotto finito, confezionato o imbottigliato. Dietro si nasconde molto altro. Si nascondono realtà e vita quotidiana. L’agricoltura e l’accoglienza non sono più solo elementi connotanti un territorio, ma diventano una potenziale attrazione turistica alla luce della crescente diffusione di una forma di turismo tematico che pone al centro dell’attenzione i prodotti agroalimentari e la loro produzione.
E per questo oggi siamo qui per veicolare i dispositivi in atto per portare alla luce tutto quello che finora è rimasto nascosto: il turismo gastronomico svela attività di degustazione e commercializzazione, visite guidate, iniziative di carattere didattico, culturale e ricreativo svolte nell’ambito delle cantine, dei vigneti e dei frantoi, ivi compresa la vendemmia didattica o i tour didattici. Il turismo gastronomico rappresenta il nuovo elemento strategico, basato su alcune parole chiave, che bene si intrecciano con la nostra tradizione: sostenibilità, etica, innovazione, unicità del territorio e delle vocazioni.
Il P:S:R: (piano di sviluppo rurale) della Regione Marche presenta plurali – come le Marche – possibilità di incentivi, finalizzati allo sviluppo di tutto questo mondo di accoglienza e alla promozione della parte migliore di noi. I migliori prodotti delle Marche, le migliori marche di prodotti.
blog post by Francesca Sampaolesi